venerdì 8 ottobre 2010

Cultura organizzativa -1

Cultura organizzativa


Il concetto moderno di cultura può essere inteso come quel bagaglio di conoscenze ritenute fondamentali e che vengono trasmesse di generazione in generazione. Tuttavia il termine cultura nella lingua italiana denota due significati principali sostanzialmente diversi appartenenti a due distinte concezioni:

• Una concezione umanistica che presenta la cultura come la formazione individuale, assumendo quindi anche una valenza quantitativa, per la quale una persona può essere più o meno colta.

• Una concezione antropologica che presenta la cultura come il variegato insieme di costumi, credenze, che caratterizzano sia l’individuo sia la collettività di cui fa parte. In questo senso il concetto è ovviamente declinabile al plurale, presupponendo l'esistenza di diverse culture, e tipicamente viene supposta l'esistenza di una cultura per ogni gruppo etnico o semplicemente raggruppamento sociale significativo dotato appunto di una identità culturale.

Alcuni usi tipici del termine, nella vita quotidiana, possono essere utili ad indicar l’estensione semantica del concetto:

• ”Ci sono enormi differenze culturali tra Oriente e Occidente”.

• ”Umberto EcoUmberto Eco è una persona di grande cultura”.

• ”La musica pop è usata dai gruppi giovanili per affermare la loro identità culturale”.

• ”La cultura di massa ha un effetto di omologazione”.

• ”La cucina italiana è parte della tradizione culturale del nostro Paese”.

• ”Il dialogo tra le culture è necessario, ma difficile”.

Esistono quindi diversi significati del concetto di cultura:

• Secondo una concezione classica la cultura consiste nel processo di sviluppo e mobilitazione delle facoltà umane che è facilitato dall'assimilazione del lavoro di autori e artisti.

• Secondo una concezione antropologica la cultura - o civiltà - presa nel suo più ampio significato etnologico è “quell'insieme complesso che include il sapere, le credenze, l'arte, la morale, il diritto, il costume, e ogni altra competenza e abitudine acquisita dall'uomo in quanto membro della società”

Negli anni, la definizione antropologica di Cultura si è molto evoluta. Si va da (Così l'antropologo Ulf Hannerz), "una cultura è una struttura di significato che viaggia su reti di comunicazione non localizzate in singoli territori" alla definizione dell’UNESCO che considera la cultura come "una serie di caratteristiche specifiche di una società o di un gruppo sociale in termini spirituali, materiali, intellettuali o emozionali".

La cultura in senso antropologico consiste in:

• Sistemi di norme e di credenze esplicite, elaborati in modi più o meno formalizzati.

• Costumi e abitudini acquisite da esseri umani per il semplice fatto di vivere in determinate comunità, comprese quindi le azioni ordinarie della vita quotidiana.

• Artefatti delle attività umane, dalle opere d'arte vere e proprie agli oggetti di uso quotidiano e tutto quanto fa riferimento alla cultura materiale, al sapere necessario per vivere.

Le caratteristiche che definiscono la cultura nella concezione descrittiva dell'antropologia sono principalmente tre:

• La cultura è appresa e non è riducibile alla dimensione biologica dell'uomo. Ad esempio il colore della pelle non è un tratto culturale bensì una caratteristica genetica.

• La cultura rappresenta la totalità dell’ambiente sociale e fisico che è opera dell'uomo.

• La cultura è condivisa all'interno di un gruppo o di una società. Essa è distribuita in maniera omogenea all'interno di tali gruppi o società.

Perché un'azione o un tratto possano essere definiti "culturali" occorre quindi che siano condivisi da un gruppo. Ciò però non significa che un fenomeno "culturale" debba essere obbligatoriamente condiviso dalla totalità della popolazione: è necessario lasciare spazio per la normale variabilità individuale.

Bisogna ricordare che “Cultura” è una parola che più di altre è a rischio di interpretazione lavorando con le organizzazioni. Alla parola si potrebbe associare l’idea di teoria che si differenzia dal fare pratico e concreto delle nostre aziende, oppure a tutte quelle iniziative, mostre, musei, esposizioni, libri, ai quali l’azienda può partecipare con il suo contributo per un ritorno di immagine o per comunicare la sua partecipazione responsabile alle attività del territorio. In realtà cultura organizzativa è l’insieme di tutte quelle modalità di agire e quei valori che un’organizzazione esprime quando opera e quando decide. E’ la cultura ed i valori dei suoi fondatori o delle persone di successo che hanno influenzato e influenzano i modi in cui un’organizzazione opera. La gestione del potere, il ruolo dato alla gerarchia, le modalità di comunicazione, l’approccio più individualistico o di squadra, più competitivo o collaborativo, l’autonomia e la delega sono tutte variabili che connotano una cultura aziendale e differenziano un’organizzazione da un’altra. La cultura di un’organizzazione è data da quegli elementi che si sono consolidati al suo interno in base alle esperienze di successo che hanno segnato il gruppo. Se la si va a cercare può essere trovata a vari livelli, quello più apparente, che può essere rilevato dall’osservatore esterno, quello che può essere registrato dalle dichiarazioni di chi vive il gruppo/organizzazione analizzata ed un livello ancora più profondo, ma più importante, che spesso non è evidente neanche a chi vive quella cultura. Potrebbe sembrare una dimensione da studiosi e poco concreta, ma la base culturale di un’azienda è fondamentale invece per governare i processi di cambiamento, la gestione delle competenze, l’innovazione, l’integrazione di persone. Influenza il modo in cui si pensa, si decide e si agisce, è il riferimento che dà significato e rende prevedibile l’evoluzione quotidiana.

Nell’organizzazione (cultura d’impresa) un’accreditata teoria distingue tre livelli di cultura: artefatti, valori dichiarati e assunti taciti .

ARTEFATTI = è ciò che si può cogliere coi sensi girando per l’organizzazione. è ciò che si vede o sente, ciò che si può cogliere facilmente come l’essere un’azienda formale o informale, che privilegia il lavoro di gruppo o meno con apparati tecnologici

VALORI DICHIARATI = la vision dichiarata dell’organizzazione, ma anche le storie dell’azienda (del fondatore o altri soggetti carismatici) le spiegazioni che vengono date del perché si opera in un crto modo

ASSUNTI TACITI CONDIVISI = valori e principi su cui poggiano le convinzioni esplicite dei valori dichiarati

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