giovedì 21 giugno 2012

Formazione Socio Sanitaria: Esperienze e Prospettive (Concetta Rizzo -OSS)


Buon giorno a tutti,  mi chiamo Concetta  Rizzo e sono un Operatore Socio Sanitario.
La mia scelta di diventare Operatore Socio Sanitario,è maturata a seguito di un’ esperienza lavorativa, iniziata più per necessità che per passione, avvenuta presso un Centro Residenziale per Disabili.
Sin dal primo approccio diretto con utenti in difficoltà,capii che assistere disabili, anziani non autosufficienti, pazienti psichiatrici, malati terminali, prendersi cura di loro quotidianamente e nel tempo, richiede competenza e professionalità sin dalle prestazioni di base.
Infatti, i gesti necessari per aiutare gli utenti nelle funzioni basilari di vita quotidiana,come lavarsi, vestirsi, muoversi, considerate semplici e talvolta persino sottovalutate, in realtà richiedono molta cura e attenzione per essere investiti di senso e realizzati con coscienza e responsabilità.
Da qui la necessità di formarmi, il desiderio di prendersi cura degli altri e possedere quelle doti umane che rendono possibile prestare assistenza, non erano sufficienti per poter svolgere il ruolo di Operatore Socio Sanitario.
Con la formazione ho appreso che l’ Operatore Socio Sanitario:  
-          Deve SAPERE, ovvero saper conoscere le problematiche del disagio sociale e le tecniche di intervento nelle quali sono parte integrante la conoscenza delle principali patologie fisiche, psichiche e sociali;
E’ di fondamentale importanza la sua capacità di relazione umana con la persona che, in situazione di difficoltà, ha anche il bisogno di accoglienza, sostegno e comprensione;
-          Deve SAPER FARE, ossia saper lavorare in un  gruppo nel quale confluiscono più professionalità, saper documentare il proprio lavoro in modo utile anche per gli altri operatori;
-           Deve SAPER ESSERE persona che  ascolta un’altra persona attraverso una comunicazione attiva ed empatica, con la comprensione dei bisogni dell’utente, della sua famiglia  e delle figure importanti della sua vita, inoltre,
-          Deve SAPER DIVENIRE mezzo per raggiungere un fine , ovvero  evitare il disagio, sia fisico che psichico, o di ridurlo.
Acquisire queste conoscenze durante il corso di formazione professionale,mi ha permesso di integrarmi da subito nella realtà lavorativa  infatti,  durante il periodo del tirocinio è possibile applicare quanto appreso e, con il supporto del personale di riferimento,: è stato possibile cogliere le esigenze del singolo utente, valorizzando e  rafforzando  le loro capacità residue ai fini del mantenimento delle loro  abilità.
Si ha la possibilità di constatare  l’importanza del lavoro in equipe, delle risorse e ausili forniti dalla struttura ospitante, utili a garantire la qualità dell’assistenza nei confronti dell’utenza e di conseguenza delle difficoltà riscontrate in mancanza di esse             
Alla fine del percorso formativo, ho constatato che l’Operatore Socio Sanitario occupa una posizione relazionale strategica; da un lato è a stretto contatto con il paziente e i suoi familiari, dall’altro collabora con l’infermiere  e con altre figure sanitarie e socio sanitarie.


Per tanto, l’integrazione dell’Operatore Socio Sanitario, all’interno di un equipe multidisciplinare in cui diversi i attori  entrano in gioco con le proprie competenze e i propri livelli di responsabilità, deve essere considerata una risorsa da valorizzare infatti l’OSS: .
OPERA in quanto può agire in autonomia
COOPERA in quanto svolge solo parte dell’attività alle quali concorre con altri professionisti;
COLLABORA in quanto svolge attività su precise indicazioni dei professionisti.
Per tali ragioni,non possiamo essere considerati una figura da strumentalizzare alla quale demandare compiti  meramente esecutivi e sminuendone il valore professionale.
Se tali esperienze sono maturate e consolidate in alcune realtà regionali, ci si augura che anche nella nostra realtà ci siano le possibilità per riconoscere e rispettare sempre più il prezioso ruolo dell’Operatore Socio Sanitario e potremo così finalmente  parlare di un COOPERATORE SOCIO SANITARIO a tutti gli effetti.
Non dimentichiamo che l’Operatore Socio Sanitario   nasce dall’esigenza di dover colmare la carenza di infermieri dando loro la possibilità di dedicarsi ai compiti propri del nuovo profilo e determinando in questo modo  una serie di attività correlate fra loro mirando all’obiettivo specifico, ovvero: garantire un assistenza di qualità centrata sull’utente.
Per cui, come tutte le figure professionali, anche l’Operatore Socio Sanitario deve assumersi l’onere di aggiornare le proprie conoscenze; la formazione continua ci permette di arricchire le competenze  necessarie alla gestione degli utenti.
In  considerazione dei nuovi bisogni assistenziali richiesti dal  cittadino occorre rispondere con prestazioni integrate tra i servizi sanitari, socio- sanitari  e domiciliari  garantendo una concreta collaborazione professionale, compreso l’Operatore Socio Sanitario,al fine di offrire un’assistenza efficace.  
Qualche anno fa,   ho iniziato a percorrere questa strada non sapendo cosa avrei trovato alla fine del percorso formativo, mi sono appassionata sempre più fino a rendermi conto che, nonostante le innumerevoli difficoltà, essere un Operatore Socio Sanitario in realtà gratifica immensamente, perché non dimentichiamo che noi siamo un punto di riferimento di tutte le persone in difficoltà che richiedono cura, attenzione ,affetto ma anche un semplice sorriso in un periodo particolarmente delicato della loro vita; ma la sorpresa più grande si rivela  nel momento in cui ci rendiamo conto che sono gli utenti stessi a ringraziarci, a mostrarci affetto e gratitudine.
E, a tal punto, possiamo essere fieri del nostro lavoro  e continuare a credere nel nostro operato cercando, giorno dopo giorno, di migliorare sempre più, di valorizzare il nostro ruolo con professionalità ed etica affinchè la nostra figura ottenga il suo pieno riconoscimento nel settore socio – sanitario.
Anch’io come tutti voi, cercherò di fare la mia parte che, forse sarà una goccia nell’oceano? .
Ma come diceva Madre Teresa di Calcutta: “ QUELLO CHE NOI FACCIAMO E’ SOLO UNA GOCCIA NELL’OCEANO, MA SE NON CI FOSSE QUELLA GOCCIA , ALL’OCEANO MANCHEREBBE”. 

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